definizione
Capacità degli atomi di combinarsi con altri atomi appartenenti allo stesso elemento chimico o a elementi chimici differenti: essa esprime il numero di atomi di idrogeno che si legano all’elemento nel suo composto binario, composti cioè da due elementi; quando un elemento non dà combinazioni con l’idrogeno, la sua valenza si può ricavare dal numero di atomi di un altro elemento monovalente che si combinano con un suo atomo.
Alcuni elementi presentano in tutti i loro composti una sola valenza (cioè sono sempre monovalenti, bivalenti …), ma la maggior parte presenta una valenza variabile, che si può generalmente ricavare dall’analisi elementare dei singoli composti, che, però, dà solo la valenza formale o numero di ossidazione, non sempre coincidente con la valenza reale.
Secondo la teoria elettronica della valenza, questa dipende dai cosiddetti elettroni di valenza, cioè dal numero di elettroni (da 1 a 8) presenti nello strato esterno dell’atomo di un elemento, che tende a essere 8 (o 2, nel caso dell’idrogeno, che è l’elemento più semplice); il completamento dell’ottetto elettronico da parte di un atomo può avvenire o mettendo in comune alcuni elettroni con un altro o più altri atomi (caso della covalenza) oppure acquistando o cedendo elettroni a uno o più altri atomi, che così completeranno anch’essi il loro ottetto (elettrovalenza o valenza ionica): in questo tipo di valenza gli atomi, acquistando o cedendo elettroni, cioè cariche negative, si caricheranno, rispettivamente, negativamente o positivamente, dando luogo a ioni di carica opposta, che si attireranno per attrazione elettrostatica in rapporto tale che la carica complessiva del composto sia zero.
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