tachifilassi

« all'indice del glossario

definizione

Forma di farmaco-tolleranza, chiamata anche tolleranza acuta o tolleranza a breve termine, che si sviluppa nei confronti di farmaci o altri tipi di sostanze: è una forma di tolleranza farmacologica che si instaura poco tempo dopo l’assunzione di un determinato farmaco, causando la diminuzione e/o la scomparsa dell’effetto farmacologico, solitamente come conseguenza della somministrazione di un’unica dose massiccia, oppure dopo somministrazione di dosi uguali e ripetute, molto ravvicinate l’una all’altra; dal greco ταχυ– (takhy-), elemento compositivo tratto da ταχύς (takhýs → veloce) e ϕύλαξις (phýlaxis → difesa).

Solitamente, la tachifilassi può risolversi altrettanto rapidamente interrompendo l’assunzione del farmaco: anche se, al fine di ottenere nuovamente l’effetto terapeutico, potrebbe sembrare ovvio aumentare il dosaggio di farmaco somministrato, non solo non sempre è possibile ma, al contrario, frequentemente è controindicata in quanto si potrebbe raggiungere la dose tossica; l’assunzione di dosi eccessive può produrre effetti tossici anche molto gravi e talvolta addirittura fatali.

meccanismi causali

La tachifilassi può manifestarsi come conseguenza di differenti diversi meccanismi che dipendono da svariati fattori, quali il tipo di farmaco utilizzato, la dose somministrata, la via e la frequenza di somministrazione e il “bersaglio” biologico del farmaco: in ogni caso un fattore causale è l’esposizione continua o ripetuta a concentrazioni uguali del medesimo farmaco; i principali meccanismi capaci di originare questo fenomeno sono:

⇒ mancato accesso al recettore (solitamente temporaneo) – il farmaco non riesce a legarsi al suo bersaglio e, pertanto, non può esercitare la sua azione.

⇒ alterazione del recettore bersaglio – talvolta si verifica un cambiamento conformazionale che ostacola il legame con il farmaco.

⇒ desensibilizzazione del recettore – in seguito all’interazione con il farmaco e all’attivazione di una risposta iniziale, il recettore bersaglio può andare incontro a desensibilizzazione; generalmente, in una simile situazione, il recettore è comunque in grado di legarsi al farmaco anche se con una minor affinità e con una ridotta capacità di rispondere allo stimolo.

⇒ perdita di recettori o ridotta disponibilità dei recettori a livello della membrana cellulare – in seguito ad esposizione continua al farmaco, può verificarsi la cosiddetta down-regulation recettoriale, con conseguente riduzione dell’efficacia del farmaco somministrato.

⇒ esaurimento del composto endogeno che media l’effetto farmacologico –  alcuni farmaci espletano la loro attività terapeutica in maniera indiretta, attraverso la liberazione o lo stimolo della sintesi di composti endogeni che, di fatto, produrranno l’effetto desiderato: nel caso in cui tali composti siano assenti o presenti in minima quantità, pertanto, l’effetto terapeutico non può essere raggiunto.

⇒ aumento della degradazione metabolica della sostanza o del farmaco somministrati – questo fenomeno si verifica, ad esempio, in seguito all’assunzione di dosi ripetute di alcol etilico e barbiturici.

⇒ adattamento fisiologico – risposta omeostatica dell’organismo che si adatta alla somministrazione di una data sostanza o di un dato farmaco: in questi casi, la farmacotolleranza acuta, oltre ad instaurarsi nei confronti dell’effetto terapeutico, può insorgere anche nei confronti di quelli che vengono considerati come effetti collaterali del farmaco, come, ad esempio, nausea e vomito, che possono comparire all’inizio di alcune terapie farmacologiche per poi diminuire e scomparire con il proseguo del trattamento.

« all'indice del glossario