definizione
Processo di apprendimento non-associativo, in cui la somministrazione ripetuta di uno stimolo provoca il progressivo aumento della risposta; spesso è caratterizzata da un incremento della risposta a tutta una classe di stimoli in aggiunta a quello che si ripete: ad esempio, la ripetizione di uno stimolo doloroso può rendere un individuo più reattivo a un forte rumore.
Letteralmente potrebbe essere definito come il rendere più sensibile: etimologicamente il lemma discende, attraverso sensibilizzare, dal latino sensibilis (sensibile) a sua volta derivazione di sĕntire (sentire) cioè percepire; si potrebbe dire che sensibilizzazione possa essere “tradotto” con reso particolarmente percettivo, incrementare la percezione.
Il processo di sensibilizzazione può riferirsi all’acquisizione di comportamenti o concernere la reazione dell’organismo a stressor. In alcuni casi il fenomeno comporta un’abnorme reattività nei confronti di sostanze estranee con cui esso venga a contatto: è il caso dell’instaurarsi di reazioni immunitarie umorali o cellulari, che vengono attivate ad ogni successivo rapporto con la sostanza in gioco; la risposta con cui si manifesta l’avvenuta sensibilizzazione dell’organismo, dette reazioni da ipersensibilità, possono assumere caratteri molto variabili, per esempio eczemi, orticaria, accessi asmatici, reazioni anafilattiche.
Storicamente è stato Eric Kandel uno dei primi a studiare le basi neurali della sensibilizzazione comportamentale, conducendo esperimenti negli anni 1960 e 1970 sui riflessi dei molluschi: dopo aver sensibilizzavano gli animali indebolendo la reazione che avrebbero avuto, toccandoli ripetutamente, applicavano uno stimolo elettrico fastidioso sulla coda, provocando una reazione; dopo questa sensibilizzazione, anche un tocco leggero produceva una forte risposta, che durava per diversi giorni. Nel 2000, a Eric Kandel fu assegnato il Premio Nobel per la medicina per le sue ricerche nei processi di apprendimento neuronali.
La sensibilizzazione è stata implicata come causa o meccanismo di mantenimento in una vasta gamma di patologie apparentemente non collegate tra loro: la dipendenza, le allergie, l’asma e alcune sindromi clinicamente inspiegabile come la fibromialgia e la sensibilità chimica multipla: può anche contribuire a disturbi psicologici come il disturbo post-traumatico da stress, l’attacco di panico e i disturbi dell’umore.
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