processo markoviano

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definizione

Processo aleatorio in cui la probabilità di transizione che determina il passaggio a uno stato dipende solo dallo stato immediatamente precedente (“proprietà di Markov”) e non da come si è giunti a questo stato; viceversa si definisce “processo non markoviano” un processo aleatorio per cui non vale la proprietà di Markov.

Prende il nome dal matematico russo Andrej Andreevič Markov che per primo ne sviluppò la teoria: una sequenza continua di stati di un processo o di un problema, in cui la probabilità di passare da uno stato all’altro, in un tempo unitario, dipende probabilisticamente soltanto dallo stato immediatamente precedente e non dalla complessiva “storia” del sistema stesso; in altri termini, il passato e il futuro del processo sono tra loro indipendenti per ogni presente noto e fissato.

discipline olistiche e processi markoviani

Nello studio dello stress, o di qualunque altro squilibrio somato-emozionale, è necessario prendere in considerazione il fatto che non necessariamente tutte le risposte mirate all’allostasi siano effetto del concetto «post hoc, propter hoc» ma ipotizzano la possibilità che si verifichino sia reazioni adattative in base all’esperienza personale/tribale, sia basate su processi stocastici dipendenti dalla proprietà di Markov, che riconduce gli esiti del processo aleatorio alla dipendenza esclusiva dallo stato presente della variabile casuale dei futuri stati e non dagli stati passati (la storia o il percorso del processo in essere), facendo dipendere le scelte in base soltanto all’ultima osservazione.

In pratica è come se, in una situazione di distress, le possibili risposte non fossero obbligatoriamente l’espressione di stereotipi educativi o esperienziali, ma fossero equiparabili al lancio di un dado (in latino “alea”) creando una variabile (appunto casuale, aleatoria) dove le scelte sono variabili, ma limitate e dipendono dal lancio del dado stesso e non da eventi pregressi.

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