definizione
Paura di contrarre malattie, alla base della quale è sempre rintracciabile la paura della morte (tanatofobia) è una componente comune delle sindromi ipocondriache e di quelle ossessive, può costituire sintomo di psicastenia; il lemma è composto da πάϑος (páthos → sofferenza), che significa genericamente «malattia» e –ϕοβία (phobía), che significa paura, avversione, spesso morbosa, dal tema di ϕοβέομαι (phobéomai → temere) è detta anche nosofobia, da νόσος (nósos → malattia).
caratteristiche del soggetto patofobico
Chi soffre di questa forma di fobia ha sostanzialmente paura di avere o poter contrarre una specifica malattia: l’idea ossessiva è spesso focalizzata sulla possibilità di contrarre piuttosto che sul fatto di aver già contratto una malattia; qualsiasi segnale inusuale proveniente dal corpo tende a creare uno stato di stress e di spavento, spesso esagerato, perchè chi è affetto da questo disturbo tende a identificare l’accaduto come un possibile un sintomo preoccupante.
Ciò che distingue chi è affetto da patofobia dall’ipocondriaco è che, mentre il primo usualmente si fissa su una singola e specifica forma di pericolo per la sua salute e la combatte in modo ossessivo, il secondo va nel panico per qualunque minima alterazione del proprio organismo, trasforma il minimo dolore in sintomo sicuro di una grave patologia organica e tende a somatizzare le malattie di cui legge o che gli vengano descritte (effetto nocebo).
Nella maggior parte dei casi il patofobico teme le sindromi fulminanti, ma talvolta può fissarsi anche su patologie a lenta progressione, come il tumore o le malattie degenerative: in genere, più cerca di scacciare l’idea della malattia, più ne viene ossessionato. Quando un pensiero spaventoso si ripropone in modo incontrollato, una delle tentate soluzioni disfunzionali più comunemente messe in pratica è cercare di non pensarci, ma il pensiero inopportuno, proprio per la sua natura ossessiva, cercherà invece di riproporsi sempre più entrando in circolo vizioso.
In genere i soggetti nosofobici preferiscono rimanere nel dubbio sulla possibilità o meno di avere una malattia: hanno paura di avere una malattia, ma preferiscono non sottoporsi a controlli medici o fare accertamenti, perchè potrebbero concretizzare i propri timori.
Come l’ipocondriaco, parla molto volentieri dei propri disagi fisici anche se, più che per ridurre lo stato d’ansia, il suo bisogno è, parlandone, chiedere aiuto: il parlarne non fa altro che alimentare e rendere sempre più presente e concreto il problema; è possibile che, come conseguenza di questo, si creino le condizioni per innescare profezie auto-avverantesi.
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