descrizione
La passiflora è un rinomato ansiolitico naturale, utilizzato perlopiù per contrastare le sindromi ansiose caratterizzate da insonnia e irrequietezza: le proprietà sedative e ansiolitiche della passiflora sono riconducibili al suo contenuto di flavonoidi ed alcaloidi indolici.
Il nome significa “fiore della passione”, dal latino passio (→ passione) e flos (→fiore); l’eponimo gli fu attribuito dai missionari Gesuiti nel 1610, per la somiglianza di alcune parti della pianta con i simboli religiosi della passione di Gesù: i viticci alla frusta con cui venne flagellato, i tre stili ai chiodi, gli stami al martello, la raggiera corollina alla corona di spine.
Nell’antichità già gli Aztechi utilizzavano la passiflora come rilassante: l’infuso, lo sciroppo e l’estratto fluido hanno proprietà sedative del sistema nervoso, tranquillanti, ansiolitiche, antispastiche, curative dell’insonnia, della tachicardia e dell’isterismo; inducono un sonno fisiologico e un’attività diurna priva di ottundimento. Già ai tempi della prima guerra mondiale, la passiflora fu utilizzata nella cura delle “angosce di guerra”; l’infuso è stato inoltre utilizzato per la psicoastenia.
Le caratteristiche farmacologiche della droghe contenute nella Passiflora Incarnata la rendono utile per facilitare lo svezzamento dagli psicofarmaci in quanto, a differenza di questi ultimi, normalizza le funzioni biologiche e non da assuefazione.
La passiflora e i suoi derivati potrebbero interferire con l’azione di farmaci sedativo-ipnotici e gli anticoagulanti cumarinici: in seguito all’assunzione della passiflora potrebbero manifestarsi eccessiva sedazione e sonnolenza; l’uso della passiflora è sconsigliato in età pediatrica e durante la gravidanza.
« all'indice del glossario