definizione
Il concetto di noesi muta notevolmente nel tempo, passando dalla concezione di “conoscenza intuitiva” e “pre-discorsiva”, espresse da Platone ed Aristotele, alla interpretazione di Edmund Husserl, dove assume il significato di “qualsiasi atto con cui il soggetto percepisce, conosce l’oggetto dell’esperienza”; dal greco νόησις (nóisis → conoscenza intuitiva), derivato da νοέω (noéo → capire, conoscere, pensare, concepire ma anche prendere dentro).
Per alcune discipline olistiche esprime l’atto della “intuizione”: quando è possibile integrare fra l’esperienza percettiva e le conoscenze acquisite, a cui accedere quando la nostra mente non viene condizionata dal pensiero logico, si è in grado di esprimere pienamente le proprie capacità analogiche e associative. La vera “intuizione noetica” è l’espressione dell’interiorizzazione di quanto appreso e compreso, creando quel “sapere” che può divenire fruibile al di là dell’atto cosciente e consapevole, ma che si esprime come atto intuitivo, cioè basato su una conoscenza immediata che non si avvale del ragionamento predittivo o statistico.
In parole semplici il processo noetico può essere definito come la successione di intuizioni, aventi tra loro un nesso più o meno profondo, che nascono dalla conoscenza integrata dalla competenza e verificata dall’esperienza: la mente, libera da preconcetti, sviluppa l’abilità di comprendere le connessioni profonde alla base delle manifestazioni, permettendo al professionista del ben-essere di comprendere le radici del dis-stress e delle dis-funzionalità.
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