Scoperta nel latte, è una glicoproteina con attività battericida e fungicida, grazie alla sua capacità di legare il ferro: il nome nasce da queste caratteristiche, essendo un composto di latto- e ferro, col suffisso -ina, che classifica alcuni tipi di proteine ed enzimi; appartenente alla famiglia delle transferrine e deve le sue proprietà antimicrobiche alla capacità di legare il ferro, sottraendolo al metabolismo di quelle specie batteriche che dipendono da esso per la propria moltiplicazione e adesione alla mucosa intestinale (effetto batteriostatico). Dotata anche di azione battericida diretta, grazie alla capacità di ledere gli strati più esterni della membrana cellulare (LPS) di alcune specie batteriche GRAM Negative, possiede un effetto antivirale dipendente dalla sua capacità di legarsi ai glicosamminoglicani della membrana plasmatica, prevenendo l’ingresso del virus e bloccando l’infezione sul nascere; tale meccanismo è apparso efficace contro l’Herpes Simplex ed i Citomegalovirus.
La lattoferrina è il più importante componente delle secrezioni umane, presente nel latte, nei leucociti, nella saliva, nel secreto naso-bronchiale e nel succo pancreatico: svolge un ruolo di controllo, a livello delle mucose, sulla proliferazione del microbiota e sulla proliferazione delle colonie di microorganismi commensali (non patogeni) che svolgono un’azione protettiva nei confronti dell’instaurarsi di infezioni da parte dei microorganismi patogeni. La lattoferrina salivare svolge un ruolo fondamentale nella regolazione del microbiota orale, prevenendo i fenomeni infiammatori della mucosa e mantenendo un equilibrio simbiotico fra l’ospite e la flora microbiotica.
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