definizione
Ammasso talora di notevoli dimensioni, che si forma, nell’uomo nella cavità gastrica, in seguito a ingestione continuata di di fibre vegetali, semi e/o noccioli agglomerati fra loro; è un ammasso denso e compatto di materiale parzialmente digerito o non digerito, che si verifica in genere nello stomaco; il termine bezoario deriva dal persiano pad (protezione) e zahr (veleno), divenuto in arabo bazhar e in latino medievale bezoar, preceduto dal prefisso fito-, dal greco ϕυτόν (phytón → pianta), che ne indica l’origine vegetale.
Il fitobezoario è quindi un insieme di fibre vegetali, costituito da polpa, semi e bucce, che per il loro alto contenuto in cellulosa rimangono indigerite nello stomaco e da qui, migrando nell’intestino, possono guadagnare, occludendole, le porzioni anatomicamente più ristrette o venire espulse: talvolta è un conglomerato di polpa e semi di arancio con proteine del latte, assumendo la forma di fitolactobezoario, perchè l’acido citrico di cui sono ricchi gli agrumi, favorisce la coagulazione delle proteine del latte che si riuniscono a grumi, su cui possono formarsi deposizioni di citrato di calcio (sale poco solubile), per la precipitazione del calcio in soluzione ad opera dell’acido citrico; se costituito da semi e fibre indigerite di verdure, esso prende il nome d’iniobezoario, da frutta carpobezoario, se da entrambi carpoiniobezoario.
Fra i fitobezoari, si riconoscono quindi:
⇒ iniobezoario, dal greco ἰνός (inós → fibra), costituiti da semi e fibre vegetali indigerite;
⇒ carpobezoario, dal gr. καρπός (karpós → frutto);
⇒ diospirobezoari, un sottoinsieme di fitobezoari, causati da eccessiva assunzione di cachi, in genere non sbucciati: dal greco διόσπυρος (diospyros → diospiro), letteralmente grano (πυρός ) di Giove (Διός), eponimo che designa un genere di piante ebenacee, di cui fa parte il cachi;
Fattore eziopatogenetico più frequente è l’ingestione abbondante di alimenti ricchi di cellulosa o di pectina specialmente se mal masticati, per cattiva abitudine o per edentulia, e rapidamente deglutiti , oppure la ridotta funzionalità gastrica, sia per alterazione della sua capacità di frammentare e rimescolare i cibi sia per riduzione della secrezione cloridro-peptica: quasi sempre nei pazienti sottoposti a chirurgia bariatrica, ed in particolare ad una resezione gastrica, specialmente quando associata a vagotomia, l’ipocloridria, la diminuita mobilità antrale e l’incompleta masticazione si rivela un importante fattore fattori predisponente. La gastroplastica con bendaggio verticale utilizzata nel trattamento dell’obesità patologica è stata associata ai bezoari gastrici; la gastroparesi diabetica è un’altra condizione caratteristica della formazione dei bezoari, così come l’ipotiroidismo, le neuropatie e le malattie mentali in genere.
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