definizione
Noto anche come effetto aspettativa, è la distorsione dei risultati di un esperimento dovuto all’aspettativa che il ricercatore o i soggetti sperimentali hanno in merito ai risultati stessi; è riconoscibile soprattutto nel campo della ricerca medica e nelle scienze sociali, ma può verificarsi in tutte le situazioni sperimentali in cui il fattore umano gioca un ruolo determinante.
L’effetto aspettativa è stato descritto, nel 1976, dallo psicologo sociale americano Robert Rosenthal, che ha ampiamente studiato come le convinzioni degli sperimentatori e dei soggetti sperimentali possano influenzare la realtà e dare origine a una profezia che si autoavvera; un fenomeno equivalente, descritto dallo stesso Rosenthal ed applicato al campo dell’educazione, è l’effetto Pigmalione.
la natura umana e le aspettative
Una caratteristica generale della natura umana è che le persone tendono a giudicare se stesse in base alla percezione degli altri, soprattutto riguardo la propria competenza o il proprio valore; l’effetto Rosenthal può essere considerato come una forma di interiorizzazione delle aspettative esercitate da una qualche figura rappresentante l’autorità (reale o presunta), che viene percepita dal destinatario: l’impatto delle attese di un’altra persona sui destinatari può generare un grande potere in grado di influenzare e condizionare i risultati, facendoli coincidere con ciò che si desidera essere il risultato sperato.
Nelle sperimentazioni che prevedono l’utilizzo di partecipanti umani, i partecipanti sono più o meno consapevolmente motivati a compiacere lo sperimentatore, soprattutto quando la loro partecipazione prevede una ricompensa in denaro: la conseguenza è una distorsione dei risultati, in particolare nella direzione attesa dal ricercatore. In caso di trattamenti medici o farmacologici l’aspettativa positiva del soggetto è la causa determinante dell’effetto placebo, e se nella pratica sperimentale deve essere minimizzata, nei contesti terapeutici ha un valore positivo spesso fondamentale.
Parimenti, anche lo sperimentatore può, con le sue aspettative, creare distorsioni sui risultati, provocando una diminuzione della validità della ricerca e aumentando la probabilità che il risultato confermi le ipotesi iniziali, entrando cioè in meccanismi riconducibili alle profezie auto-avverantesi; questo fenomeno si può verificare come conseguenza dell’influenza che le credenze dello sperimentatore hanno inevitabilmente sui soggetti, ma anche tramite la non corretta applicazione e/o interpretazione delle procedure. Più in generale l’effetto che un osservatore ha su un qualunque fenomeno naturale è noto in psicologia come effetto Hawthorne, assimilabile da un certo punto di vista al principio di indeterminazione di Heisenberg.
effetto Rosenthal e discipline del ben-essere
Nell’ambito delle discipline olistiche occorre sempre ricordare che l’effetto aspettativa può assumere un ruolo significativo nel condizionare la ricerca delle migliori soluzioni possibili per il ben-essere individuale; che siano le convinzioni del professionista a incidere sulle evenienze che possono manifestarsi nell’ambito di una valutazione multidimensionale, oppure i sistemi di credenza del paziente/cliente, esiste sempre la possibilità che la possibile “correzione” degli squilibri non sia effettivamente la priorità “terapeutica” ma l’espressione del desiderio o delle convinzioni personali.
Poiché siamo in grado di effettuare valutazioni ponderate e graduatorie di merito, è lecito pensare che un ricercatore, convinto della sua ipotesi, potrebbe influenzare inconsciamente i risultati dei suoi esperimenti in modo coerente con questa ipotesi, impiegando, per lo più inconsciamente, mezzi per confermare ciò che ritiene importante: la coscienza pone maggiormente l’accento sulle realtà che contengono risultati coerenti con le aspettative.
In particolare, occorre un atteggiamento etico da parte dell’operatore, per evitare di condizionare il possibile risultato; è innegabile che ogni essere umano abbia le proprie convinzioni e, di conseguenza, ogni “terapista” possiede le proprie: il vero professionista non deve nascondere, rifiutare o rinnegare le proprie opinioni, ma deve imparare a metterle da parte e verificare costantemente i risultati ottenuti, per evitare che possano subire l’influsso di questi convincimenti.
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