definizione
Disturbo del tono affettivo, di tipo psicotico, caratterizzato da manifestazioni o alternanza di periodi contraddistinti da ossessioni maniacali, con un’atteggiamento di esagerata gaiezza, senso di benessere, ottimismo, e fasi di melanconia, con sentimenti di malessere, tristezza, pessimismo, talvolta accompagnati da apatia e anedonia; dal greco δυσϑυμία (dysthymía → avvilimento, depressione), composto da δυς– (dys → male) e ϑυμός (thymós → animo, volontà).
Le oscillazioni affettive, infatti, sono possibili in ogni persona “normale” e spesso rappresentano un eccesso di reazione di fronte a cause morbigene, come, per esempio, nel basedowismo, nel diabete, negli squilibri della senilità, nelle tossicosi o nei disturbi associati alla dipsomania o nell’uso di droghe: talvolta questi stati di “disagio emotivo” possono perdurare, condizionando le modalità di relazione con le persone che appartengono alla sfera relazionale o sociale, con la conseguenza di innescare, spesso, circoli viziosi che possono peggiorare il dis-confort, il dis-stress e, in ultima analisi, il mal-essere di chi attraversa questi stadi.
Talvolta viene definita “psicosi affettiva” ed è identificabile come una situazione transitoria, pur con tendenza a ripresentarsi in differenti periodi della vita del soggetto, in particolare in presenza di forti stress.
Nei casi più gravi si osserva una compromissione delle funzioni psichiche con alterazioni della capacità di ideazione, di critica, riduzione della volontà, alterazione della percezione e turbamento degli affetti; in questo caso si possono considerare queste manifestazioni come l’espressione di una psicosi maniaco-depressiva.
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