definizione
Qualunque alterazione o indebolimento delle facoltà gustative, cioè della capacità di distinguere i sapori: nella maggioranza dei casi, l’alterazione del gusto risulta temporanea e parziale (ipogeusia) mentre la totale perdita del senso del gusto (ageusia) è un evento raro; dal greco δυσ– (dys– → prefisso che indica alterazione, difettoso funzionamento o anomalia) e γεῦσις (ghêusis → gusto).
descrizione
Il disturbo del senso del gusto è caratterizzato da una distorsione nella percezione, definibile parageusia; può dipendere dall’assenza della stimolazione relativa o da percezione qualitativamente errata; come tutti i disturbi sensoriali, può essere causata da condizioni che interferiscono con l’incontro fra lo stimolo (sostanza chimica) con le cellule recettoriali (calici gustativi), da danni alle cellule recettoriali ai nervi che trasportano la sensibilità od alle vie gustative centrali.
Difficilmente è una manifestazione primaria, ma può essere l’espressione di disfunzioni o malattie del sistema nervoso; stati tossici o infettivi; disturbi dell’apparato gastro-enterico, quali paraodontosi, stomatiti o glossiti, glossodinia, xerostomia, candidosi (mughetto), gastriti; sinusiti o riniti; carenze nutrizionali come la ridotta assunzione di zinco o l’insufficienza di vitamina B12 (cobalamina); sindrome della bocca urente.
Sensazioni di gusto anomalo possano essere dovute a disturbi psichiatrici, come la schizofrenia o l’anoressia nervosa; lesioni del nervo trigemino, del nervo facciale o del nervo glossofaringeo; come conseguenza di infarto, insufficienza epatica, gravidanza, neuropatie diabetiche o sclerosi multipla.
Frequentemente la disgeusia si associa a forme di disosmia; talvolta è una manifestazione dell’aura emicranica, forma di alterazione sensoriale dell’emicrania.
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