definizione
Alterazione dell’umore, assimilabile a uno stato di depressione o di irritazione, nel quale ha una particolare importanza l’orientamento verso tonalità spiacevoli: spesso è associata ad ansia ed angoscia; dal greco δυσϕορία (dysforía → angoscia, pena), derivato da δύσϕορος (dýsforos → difficile da portare o sopportare), composto da δυσ (dys → male) e ϕέρω (féro → portare»). Il termine è utilizzato, spesso, come antitesi di euforia.
La disforia può essere considerata una manifestazione somato-emozionale caratterizzata da sentimenti spiacevoli, quali tristezza, inquietudine, sensazioni di frustrazione e pessimismo, tensione e irritabilità, non di rado associata alla tendenza a reagire esageratamente a vari stimoli, con scarsa capacità di autocontrollo e comportamento impulsivo, che può tradursi in aggressività e collera: può essere un sintomo che si manifesta in caso di depressione o nei disturbi d’ansia, soprattutto quando si manifestano manie, tristezza estrema, prostrazione e ciclotimia.
Condizioni che possono includere lo stato disforico come sintomo includono il disturbo da stress post-traumatico, la schizofrenia, l’epilessia del lobo temporale, l’ipoglicemia, il dolore cronico, l’acatisia, le disfunzioni sessuali e l’insonnia; è presente anche nel quadro del disturbo disforico premestruale, sindrome che comprende sbalzi dell’umore e sintomi comportamentali associati a malessere fisico.
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