definizione
Branca della medicina che studia le cause, la prevenzione e il trattamento dell’obesità, in particolare delle forme morbose: il più delle volte, il termine viene utilizzato in modo limitativo per riferirsi alla chirurgia bariatrica ovvero a quella branca della chirurgia specializzata nel trattamento chirurgico dei pazienti affetti da obesità; derivato dal greco βαρύς (baros– → pesante) e da ἰατρεία (iatréia → cura medica).
cenni storici
Ufficialmente, il primo intervento di “chirurgia dell’obesità” fu eseguito nel 1952 dal dottor Kremen e dal dottor Linner, mettendo in atto un bypass ileo-colico, ovvero una procedura che prevedeva che la parte superiore e quella inferiore dell’intestino tenue venissero collegate insieme per “bypassare” (evitare) il segmento centrale, il digiuno, dove avviene la maggior parte dell’assorbimento di cibo, così da ridurre l’apporto calorico immagazzinato; l’intervento, pur essendo efficace nella riduzione del peso, fu abbandonato per l’inaccettabile incidenza di complicanze e mortalità, introducendo altre tecniche quali il bypass digiuno-ileale secondo Payne-De Wind, nel 1963, in grado si ridurre la morbilità e la mortalità dei pazienti operati, nonostante l’insorgenza di complicanze metaboliche dopo l’intervento come gli squilibri elettrolitici, la diarrea persistente, l’insufficienza epatica grave, la sindrome dell’intestino corto.
Nel 1966 dal dott. Mason utilizzò, per la prima volta, il bypass gastrico, una tecnica che prevedeva la creazione di una piccola “sacca” (chiamata tasca gastrica) nella parte superiore dello stomaco (gastroplastica verticale), riducendo in questo modo il volume dello stomaco e, di conseguenza, il cibo che poteva essere assunto, poiché la ridotta capienza dello stomaco provocava precocemente un senso di sazietà e pienezza; in seguito la cucitura della parete gastrica venne sostituita dall’utilizzo di fasce elastiche, che permettevano una ulteriore riduzione del volume della sacca gastrica. Nel 1979, fu introdotta dal prof. Nicola Scopinaro la diversione bilio-pancreatica, finalizzata a ottenere il calo di peso riducendo l’assorbimento selettivo degli amidi e grassi con una diminuzione degli effetti indesiderati, mentre nel 1998 il dott. Marceau sperimentò un’alternativa all’intervento bilio-pancreatico di Scopinaro, cambiando il tipo di resezione gastrica e dando vita allo switch duodenale; negli ultimi anni il bypass gastrico ha assunto un ruolo predominante nel panorama della chirurgia bariatrica statunitense, e al giorno d’oggi costituisce circa l’80% degli interventi per obesità, anche in virtù della diffusione delle tecniche laparoscopiche.
considerazioni
Nonostante il fatto che la chirurgia bariatrica rappresenti un trattamento radicale per la riduzione del peso corporeo a lungo termine ed indubbiamente migliori le condizioni di comorbidità correlate all’obesità, in particolare per quello che riguarda l’ipercolesterolemia e l’ipertrigliceridemia, l’ipertensione, l’apnea notturna ostruttiva o la sindrome dell’ovaio policistico, da sola, non garantisce un’automatica e sicura soluzione del problema: solamente la presenza di terapie comportamentali ed interventi di supporto possono garantire il successo a lungo termine.
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