definizione
Il termine ceco «akatisie» da cui deriva questo lemma, è una parola utilizzata per la prima volta nel 1901 del neuropsichiatra cecoslovacco Ladislav Haškovec per descrivere uno stato di irrequietezza motoria, caratterizzato dall’incapacità del paziente a rimanere nella medesima posizione anche per brevissimo tempo; il neologismo origina dal greco bizantino κάϑισις (káthisis →il sedersi) con il prefisso α- privativo: nel linguaggio medico, con acatisia si intende l’impossibilità di mantenere la posizione seduta, e a rimanere fermo, provando l’impellenza di muovere il corpo.
sintomatologia
I sintomi dell’acatisia sono spesso descritti in termini vaghi come sentirsi nervosi, a disagio, tesi, nervosi, irrequieti e incapace di rilassarsi: includono anche insonnia, disconfort, irrequietezza motoria, ansia marcata e panico; talvolta possono ricordare il dolore neuropatico, ed essere simili a quelli della fibromialgia e della sindrome delle gambe senza riposo.
L’acatisia è un disturbo del movimento caratterizzato da una sensazione soggettiva di irrequietezza interiore accompagnata da disagio mentale, iperattività ed incapacità di stare fermo; di solito, le gambe sono maggiormente colpite: chi è affetto da questo disturbo, quando è seduto, ha bisogno di spostare le gambe, continuamente, che spesso devono essere accavallate e disaccavallate o fatte dondolare, mentre nella stazione eretta segna il passo, corre sul posto, va avanti e indietro in brevi spazi. La condizione rimane soggettiva, diventando solo una sensazione, anche se le persone colpite possono agitarsi, provare disagio riguardo il proprio corpo, sviluppare attacchi di ansia, irritabilità, fino a sfociare, nei casi più gravi, in forme di paranoia, violenza e aggressività, istinti suicidi.
Pur presentando similitudini, esiste una sostanziale differenza fra la acatisia e la sindrome delle gambe senza riposo: quest’ultima si caratterizza, infatti, per movimenti incontrollati, che tendono ad accentuarsi durante la notte mentre nell’acatisia, i movimenti tipici appaiono più volontari.
Non sempre la presenza di movimenti irrequieti indica acatisia: mania, depressione agitata e disturbo da deficit di attenzione e iperattività possono sembrare acatisia, ma i movimenti sembrano volontari e non dovuti a irrequietezza; la descrizione fatta da un paziente a cui fu diagnosticata l’acatisia, è molto esplicativa:
«Soffri per l’irrequietezza, quindi senti di dover camminare, camminare. E poi, non appena inizi a camminare, ti accade il contrario; devi sederti e riposarti. Avanti e indietro, su e giù si va … non si può ottenere sollievo … »
possibili cause e soluzioni
Le cause più frequenti sono il morbo di Parkinson e altre malattie del sistema extrapiramidale, la somministrazione di farmaci neurolettici, la demenza: la diagnosi differenziale riguarda la sindrome delle gambe senza riposo, i disturbi ossessivi-compulsivi e le forme isteriche; in realtà possono esservi quadri non particolarmente invalidanti associati a forme di ansia.
Il disturbo motorio può essere un effetto secondario di alcuni psicofarmaci (in particolare neurolettici e antipsicotici), o farmaci antiemetici utilizzati nella terapia del vomito (metoclopramide); paradossalmente alcuni farmaci utilizzati nella cura della malattia di Parkinson sono responsabili di una acutizzazione dei sintomi della malattia, innescando a volte spirali negative caratterizzate da:
acatisia → aumentato dosaggio del farmaco per ridurla → incremento dell’acatisia
Lo stesso fenomeno può verificarsi nel caso si utilizzino farmaci antipsicotici e neurolettici.
Anche alcuni farmaci oppioidi caratterizzati dal loro meccanismo d’azione (tramadolo e tapentadolo) possono dare questo tipo di disturbo che rientra nella categoria della sindrome serotoninergica.
L’operatore olistico, entro certi limiti ben definiti, può essere di aiuto a chi soffre di questo disturbo che potrebbe essere considerato una forma di discinesia associato a disestesia; per quanto chiunque sia colpito da questa forma di irrequietezza motoria, possa trarre beneficio dall’intervento del professionista del ben-essere, la ricerca da parte del medico curante delle possibili cause eziopatogenetiche riveste un ruolo primario in quanto, se le manifestazioni dipendono dall’effetto nocivo (side effects → reazione avversa) esercitato dal farmaco assunto, l’efficacia e la costanza dei risultati ottenibili diventa di ben poco conto.
Viceversa se il sintomo è riconducibile a forme di agitazione psico-motoria, a stati di ansia oppure è l’espressione diretta della Malattia di Parkinson (e non una conseguenza dei farmaci) allora l’intervento di assestamento e riequilibrazione dell’organismo è in grado di sortire effetti anche significativi, riducendo l’entità del disturbo fino, eventualmente, alla sua scomparsa: occorre tenere presente che, essendo l’acatisia caratterizzata da una poliedricità causale, è necessario intervenire con una valutazione multidimensionale per poter intervenire sui possibili fattori scatenanti e sulle spine irritative che sostengono il senso di ansietà e l’accresciuto bisogno di muoversi o di fare qualcosa.
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