Il cervello umano, il più mirabile frutto dell’evoluzione, è caratterizzato dalla capacità di elaborare enormi quantità di informazioni, per poter riconoscere ciò che accade nel corpo o nel mondo esterno ed interagire con i cambiamenti e gli stimoli che subisce; la complessità di questi adattamenti richiede la presenza di un sistema nervoso complesso ed organizzato che necessita lo sviluppo di connessioni articolate e multiformi fra le differenti cellule nervose (neuroni), vere e proprie “reti neurali” (network informazionali), per poter svolgere al meglio il proprio compito.
Questo sistema, caratterizzato da miliardi di interconnessioni che elaborano continuamente informazioni al fine di offrire risposte adeguate, richiede un ambiente ottimale e un apporto continuo di energia per poter lavorare al massimo delle sue potenzialità; non di rado, però, lo stress riduce la capacità delle reti neurali di rispondere in modo adeguato ed efficace ai cambiamenti a cui siamo sottoposti: uno degli elementi cardine alla base di questa perdita di efficienza è l’alterazione dell’apporto sanguigno nelle aree cerebrali attive che causa una riduzione di energia a disposizione delle cellule nervose, quando, viceversa, si renderebbe necessario un suo incremento.
Anche se attraverso tecniche di reset (quali la normalizzazione del ritmo cranio-sacrale o la stimolazione dei riflessi di Bennett) è possibile ripristinare la corretta funzionalità vascolare, l’utilizzo di preparati nootropici, vere e propri “ricostituenti cerebrali”, ovvero sostanze che mirano a migliorare il trofismo delle cellule nervose o della trasmissione nervosa agendo come “smart nutrients”, può rendere più efficace e duraturo l’effetto di questi interventi di riequilibrazione.